ROTTA VERSO L'IGNOTO
CAST
TECNICO ARTISTICO
Regia: Nicholas Meyer
Sceneggiatura: Nicholas Meyer e
Denny Martin Flinn
Fotografia: Hiro Narita
Musica: Cliff Eidelman
Scenografia:
Mickey S. Michaels
Montaggio: William Hoy e Ronald
Roose
Prodotto da: Ralph Winter e
Stephen Charles Jaffe
(USA, 1991)
Durata: 109'
Distribuzione cinematografica:
U.I.P.
PERSONAGGI E INTERPRETI
James T. Kirk:
William Shatner
Spock: Leonard Nimoy
Dr. McCoy: DeForest Kelley
Hura: Nichelle Nichols
Pavel Checov: Walter Koenig
Scott: James Doohan
Hikaru Sulu: George Takei
Tenente Valeris: Kim Cattrall
Praxis, una importante luna di
Klingon, viene distrutta da una terribile onda di energia (una
sorta di Chernobyl spaziale). Ai
Klingoniani rimangono pochi decenni di vita, a meno che la
federazione dei pianeti non si muova in loro aiuto. Il compito di
portare il messaggio di pace e disgelo viene affidato al Comandante
Kirk e al suo equipaggio. Kirk non è felice di ciò: non riesce a
dimenticare l'omicidio del figlio per mano dei Klingoniani, ma
accetta il compito facendo appello a tutto il suo buon
senso.
Ci sono altre persone, fra il popolo Klingon, che la pensano
come lui, e faranno di tutto per impedire la pace fra i popoli,
naturalmente a scapito dello stesso Kirk, ingiustamente accusato di
aver ucciso l'ambasciatore Klingon di nome Gorkon, giunto sull'Enterprise dietro richiesta del
presidente Gorbev (ogni similitudine con
l'allora presidente russo Gorbacev è assolutamente voluta) e di
aver quindi compromesso le trattative di pace. Nicholas Meyer torna a dirigere un'avventura di Star
Trek, dopo l'entusiasmante "Star Trek 2: Líira di Khan", e dimostra
di essere l'autore che, più di ogni altro, ha saputo cogliere
l'essenza della serie e dei suoi personaggi. Non sono infatti gli
effetti speciali o gli spunti avventurosi da Space Opera a fare di
Star Trek uno spettacolo memorabile, ma le idee, i personaggi,
l'umanità, la comprensione e il rispetto delle differenze che ci
sono fra i popoli. L'intera saga di Star Trek propone un messaggio di
speranza e di ottimismo e, cosa ancor più meritevole di lodi, lo fa
agganciandosi all'attualità e alla storia, con rispetto e
intelligenza. La trama del film (ricordiamo che alla stesura della
sceneggiatura contribuì lo stesso Nimoy) cita a piene mani l'opera
di Shakespeare (il sottotitolo originale del film si riferisce alla
definizione che l'autore inglese fece del futuro), il romanzo
giallo d'investigazione e, naturalmente, l'immenso universo
Trek.
Gli interpreti, appesantiti dagli anni e a volte sottotono,
potrebbero apparire risibili allo spettatore occasionale, ma il
Trekker non può evitare la commozione quando, nel bellissimo
finale, appare ormai certo che questa è davvero l'ultima avventura
della squadra comandata dal mitico James
Tiberius Kirk, sostituita, come vuole la legge di natura, da un
nuovo equipaggio di "giovani" esploratori. Battuta memorabile:
Spock al Capitano Kirk "..è possibile che siamo diventati talmente
vecchi e intransigenti da essere sopravvissuti alla nostra stessa
utilità..?". In un piccolo ruolo non accreditato
troviamo Christian Slater, mentre
Michael Dorn (che interpeta il Tenente
Worf nella "Next Generation") è l'avvocato difensore
di Kirk e McCoy durante il processo su Klingon.
Luigi De Angelis
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